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Lo sviluppo psicologico del bambino

Lo sviluppo delle abilità linguistiche e psicomotorie da un lato e quello delle abilità emotive e relazionali dall’altro, sono frutto di un percorso complesso risultante dall’interrelazione di aspetti biologico/genetici, psicologico/individuali e ambientali. Questi tre aspetti, che potremmo sintetizzare in cervello-persona-famiglia sono continuamente in relazione tra loro e si influenzano a vicenda.

Ogni stimolo (ma anche ogni assenza di stimolo), ogni azione diretta, ogni interazione, rappresenta per il bambino un’informazione che sarà prima memorizzata e poi riproposta come schema. Tanto più un’esperienza è associata ad un’emozione, sia positiva che negativa, tanto più sarà rilevante nella sua vita.
Il bambino, sebbene abbia anche delle inclinazioni personali che non dipendono dall’ambiente, generalmente apprende i propri modelli di comportamento per imitazione: dai famigliari in primo luogo e successivamente dalle altre figure di riferimento, sia adulti che coetanei.
Soprattutto ha bisogno di apprendere dall’esterno la gestione degli stati emotivi intensi e dolorosi, la reazione alla frustrazione, alla fatica, al dolore o alla stanchezza poiché non ha ancora sufficienti risorse interne per farcela in autonomia.

disturbi psicologici bambini

L’autostima del bambino è quindi molto influenzata dall’immagine che gli adulti costruiscono di lui, oltre al modo in cui viene trattato, considerato e soprattutto accettato per quello che è. E’ dall’immagine che gli adulti restituiscono quotidianamente al bambino che si determina gradualmente la costruzione dell’identità.
Varie forme di disagio possono nascere quando il bambino vive stati di malessere che non riesce più a gestire, quando trovandosi di fronte a situazioni problematiche di vita quotidiana o ad eventi traumatici inattesi, gli strumenti che ha sviluppato fino a quel momento non sono adeguati per far fronte alle nuove situazioni.
Possiamo così trovarci di fronte a stati di malessere che necessitano di essere presi in considerazione in quanto richiesta di aiuto del bambino:

  • disturbi del sonno
  • dell’alimentazione
  • disturbi psicosomatici
  • difficoltà di socializzazione
  • disturbi della comunicazione
  • aggressività
  • ansie e fobie
  • difficoltà di attenzione/iperattività
  • rifiuto e difficoltà scolastiche

Questi sintomi sono le modalità con cui un bambino cerca di esprimere le proprie difficoltà, se il disagio persiste nel tempo il funzionamento sintomatico può iniziare a cronicizzarsi e a strutturare una psicopatologia.

La valutazione psicologica

valutazione psicologica

Il primo passo per capire lo sviluppo emotivo e psicologico del bambino è conoscere le emozioni che vive, il modo in cui si relaziona all’ambiente, quale immagine di sé ha strutturato e come reagisce nelle varie situazioni.
Inizialmente attraverso la ricostruzione della storia del bambino (anamnesi) e poi attraverso strumenti strutturati (test e questionari), semistrutturati (disegno, gioco della sabbia, costruzioni) e di gioco libero, è possibile indagare le varie aree per capire insieme come intervenire. L’analisi delle problematiche viene condotta attraverso il coinvolgimento dell’intero nucleo famigliare.
I nostri percorsi sono integrati e sulla base del profilo globale che emerge dalla valutazione si definisce il progetto terapeutico più adeguato (riabilitativo/psicologico/famigliare).

Il percorso psicoterapeutico

Gli interventi psicologici e psicoterapeutici possono essere individuali, di gruppo e famigliari per bambini e adolescenti. Il nostro Centro offre diversi approcci terapeutici (psicoanalitico, sistemico-relazionale, famigliare, cognitivo-comportamentale, transazionale).
Il processo terapeutico privilegia diverse attività che rappresentano comunque uno spazio di gioco e di espressione, sia verbale che non verbale. Molto spesso infatti il bambino non descrive verbalmente il suo malessere, di cui può anche non essere consapevole, per cui è necessario osservare il suo comportamento, il modo in cui interagisce con il terapeuta e in cui si approccia agli stimoli presentati per comprendere la sua strutturazione psicologica.
Ogni bambino mostra maggiori affinità rispetto ad alcune modalità rispetto ad altre, lo spazio di terapia gli permette di vivere un’esperienza libera e protetta e di co-costruire insieme al terapeuta il suo vestito psicoterapeutico su misura.

Sostegno alla genitorialità e “parent training”

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Poiché il bambino risente dell’influenza dall’ambiente, in primis quello famigliare, è importante che la famiglia sia parte attiva e costruttiva del progetto terapeutico.
Per un bambino che affronta un percorso terapeutico è molto importante non sentirsi come il paziente designato, ossia come un elemento sbagliato che è stato portato al centro dai genitori per essere modificato. La percezione dei bambini influenza radicalmente il loro percorso individuale, per cui è importantissimo che la famiglia sia inserita nel progetto. Inoltre non vanno mai dimenticati i fratelli e le sorelle dei nostri bambini, che possono risentire in maniera negativa delle dinamiche sintomatiche che hanno portato alla richiesta d’aiuto.
Da questo punto di vista il lavoro famigliare è in primo luogo un lavoro preventivo, fa in modo che determinate dinamiche che hanno portato allo sviluppo di una serie di sintomi in un bambino non si ripetano all’interno dello stesso nucleo.
L’aiuto alla famiglia può declinarsi in vari modi; nel parent training si affrontano aspetti più comportamentali, nel supporto alla genitorialità si affrontano aspetti più educativi relativi alle scelte che i genitori adottano nei confronti del bambino, nella terapia famigliare si elabora alla presenza di tutti l’intera dinamica che ha creato una situazione di disagio.