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L’attività psicodiagnostica

I colloqui, l’osservazione e gli strumenti standardizzati (test e questionari) permettono di ottenere il profilo dei punti di forza e di debolezza nelle abilità cognitive e neuropsicologiche del bambino e dell’adolescente.
La valutazione neuropsicologica è finalizzata a comprendere le abilità sottostanti le difficoltà rilevate, per individuare le priorità nel progetto di intervento.
Tra gli strumenti utilizziamo i test più recenti e accreditati, oltre a protocolli strutturati per la valutazione dei principali disturbi del neurosviluppo (disturbo dell’attenzione e iperattività, disturbi specifici dell’apprendimento, disturbi generalizzati dello sviluppo, ecc.).
Tali scale consentono ad esempio di rilevare le modalità di elaborazione delle informazioni (visiva/verbale), il livello delle abilità linguistiche, di memoria, di attenzione, di pianificazione, di ragionamento che interagiscono tra loro nel determinare lo sviluppo cognitivo.

Cos’è e a cosa serve la valutazione cognitiva

Le scale cognitive classificano il livello raggiunto dal bambino in alcune aree specifiche, quelle secondo gli studi più recenti considerate ad oggi fondamentali.
Negli ultimi anni l’intelligenza non è stata più considerata un costrutto unitario ma un insieme composto da diverse abilità che possono non svilupparsi tutte allo stesso modo.
Il bambino nasce con un patrimonio genetico che lo porterà ad esprimere le sue potenzialità ma l’ambiente e le precoci stimolazioni, così come i fattori di rischio (prematurità, basso peso, ecc), possono influenzarne lo sviluppo.
Ad esempio il linguaggio, la competenza emotiva, la capacità di apprendimento, le abilità logico-matematiche, visuo-spaziali, possono svilupparsi in modo diverso.
I test più validi attualmente utilizzati sono le scale Wechsler tarate in base alle diverse fasce di età:

  • WIPPSI – III: per la valutazione del funzionamento intellettivo nei bambini dai 2 anni e 6 mesi ai 7 anni e 3 mesi.
  • WISC – IV: utilizzata per la valutazione nella fascia scolare, dai 6 ai 16 anni e 11 mesi.
  • WAIS – R: per la valutazione delle capacità cognitive di adolescenti ed adulti, dai 16 ai 90 anni di età.

Lo scopo della valutazione cognitiva è individuare il livello di abilità raggiunto da un bambino in diverse prove. Quanto è in grado di ragionare con le parole? Quali sono le conoscenze che ha acquisito? Elabora in modo efficace le informazioni visive? Quanto è in grado di memorizzare e di rielaborare le informazioni? A queste domande il test fornisce non solo il Quoziente Intellettivo (QI) che individua il “bagaglio” generale delle risorse, ma anche e soprattutto come e quanto il bambino abbia sviluppato queste risorse.
Il test, che dura circa un’ora, è composto da una serie di prove presentate sotto forma di gioco che coinvolgono il bambino e lo motivano nell’esecuzione.

L’intervento neuropsicologico

Ha come obbiettivo il “potenziamento” di specifiche funzioni cognitive quali l’attenzione, la memoria a breve termine e di lavoro, la capacità di pianificazione che risultano carenti in alcuni disturbi (disturbo del linguaggio, dell’apprendimento, dell’attenzione e iperattività, motorio-prassico, ecc.) attraverso training mirati.
La necessità di “potenziare” specifiche funzioni nasce dall’assunto che in età evolutiva la grande plasticità cerebrale consente la modificabilità delle connessioni e quindi alcune abilità possono essere stimolate e incrementate.

La valutazione delle funzioni esecutive

Le funzioni esecutive sono abilità mentali fondamentali per un buon adattamento e consentono al bambino di ragionare e risolvere problemi, effettuare delle scelte, esercitare l’autocontrollo, essere creativi e flessibili, trovare soluzioni diverse, adattarsi al mutare delle condizioni ambientali o al sopraggiungere di nuove informazioni.
Spesso i bambini con difficoltà di apprendimento presentano difficoltà in quelle funzioni che vengono generalmente definite come: “un complesso sistema di processi cognitivi flessibili e necessari a programmare, mettere in atto e portare a termine con successo un comportamento finalizzato ad uno scopo”.
Sono dunque funzioni più complesse che si sviluppano con l’età e di conseguenza con la maturazione dei circuiti cerebrali coinvolti, ma possono comunque essere incrementate attraverso training specifici di potenziamento.
E’ importante ricordare che lo sviluppo delle FE è graduale: si parte dalle funzioni esecutive di base (controllo, flessibilità e aggiornamento in memoria) che sono indispensabili per lo sviluppo delle FE più complesse (come la capacità di pianificazione).
Le Funzioni Esecutive a cui più spesso si fa riferimento sono:

  • L’inibizione di comportamenti automatici
  • La flessibilità cognitiva
  • La regolazione del comportamento emotivo (stato di allerta)
  • L’attivazione e la regolazione dei processi attentivi
  • La memoria di lavoro
  • La capacità di astrazione e di ragionamento
  • La programmazione di strategie per la risoluzione di un compito (pianificazione)

Bambini che presentano difficoltà nello sviluppo delle funzioni esecutive solitamente presentano:

  • facile distraibilità
  • difficoltà nel controllare le interferenze
  • difficoltà di eseguire più compiti contemporaneamente
  • disorganizzazione
  • difficoltà nel controllare gli stati emotivi
  • difficoltà nel passare da un’attività ad un’altra
  • difficoltà nello stabilire delle priorità
  • scarsa attivazione
  • eccessiva lentezza
  • difficoltà nel mantenere l’attenzione su attività complesse e frustranti
  • incapacità a ricordare i luoghi e i tempi di eventi accaduti